Vini campani, patrimonio immenso: 15 DOC, 4 DOCG e 10 IGT

“Tagliare la burocrazia inutile è la strada giusta per mettere vento in poppa ad un comparto dai numeri sempre più brillanti”. Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale, saluta con favore l’approvazione del Testo Unico del Vino in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Un commento che arriva dal Vinitaly di Verona.

“Il ministro Martina – sottolinea Masiello – ha mantenuto un impegno che segna un punto di svolta, come lui stesso ha ricordato, a trent’anni dallo scandalo del metanolo. Oggi il vino è l’ambasciatore nel mondo dell’Italia e della Campania. Sburocratizzare significa svincolare le imprese dalle perdite di tempo e di risorse, concentrando l’attenzione sulla qualità e sul marketing. La produzione dei vini campani, in particolare, continua a macinare premi e a conquistare quote di mercato”.

“La Campania – aggiunge il direttore regionale Salvatore Loffreda – ha un patrimonio fatto da quindici vini DOC: Ischia, Capri, Vesuvio/Lacryma Christi, Cilento, Falerno del Massico, Castel San Lorenzo, Asprinio di Aversa, Penisola Sorrentina, Campi Flegrei, Costa d’Amalfi, Galluccio, Sannio, Irpinia, Casavecchia di Pontelatone, Falanghina del Sannio; quattro DOCG: Taurasi, Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Aglianico del Taburno; dieci IGT: Colli di Salerno, Dugenta, Epomeo, Paestum, Pompeiano, Roccamonfina, Beneventano, Terre del Volturno, Campania, Catalanesca del Monte Somma. Ognuno ha una grande storia da raccontare, un tesoro inimitabile e unico da difendere e valorizzare”.

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