Vitamina D, non solo per la salute delle ossa

La vitamina D è comunemente definita la vitamina della luce solare perché essa si forma nel nostro organismo in seguito all’esposizione dell’epidermide ai raggi solari UV-B, i quali trasformano una sostanza precursore della vitamina D in un intermedio che a sua volta viene attivato a livello epatico e renale, generando la forma attiva della vitamina. Nei cibi la vitamina D è presente soprattutto nei prodotti di origine animale quali pesce, uova, frattaglie e formaggi grassi.

In passato la vitamina D era conosciuta soprattutto per il suo ruolo nel mantenimento della salute delle ossa, prevenendo il rachitismo e la demineralizzazione ossea. Essa infatti contribuisce a mantenere normali i livelli di calcio e fosforo nel sangue e favorisce l’assorbimento a livello intestinale di calcio. Tuttavia negli ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato l’importanza di tale vitamina, che è un vero e proprio ormone, nella prevenzione di svariati disturbi non scheletrici, quali patologie autoimmuni, diabete, obesità, cancro, ipertensione, ipotiroidismo, infertilità e disturbi dell’umore.

E’ stato recentemente osservato che la carenza di vitamina D è correlata a depressione maggiore, autismo, disturbo bipolare e schizofrenia, in quanto tale preziosa vitamina regola la produzione della serotonina, l’ormone del buonumore. Inoltre l’integrazione di vitamina D in persone che soffrono di sindrome metabolica e diabete si è dimostrata utile per ridurre l’insulino-resistenza ed i livelli pressori, proteggendo così dal rischio di infarto e ictus. Studi epidemiologici hanno riscontrato un’elevata percentuale di casi di deficienza di vitamina D nella popolazione mondiale, specie nei Paesi al di sopra del 35° parallelo come l’Italia.

Ciò è dovuto principalmente al cambiamento delle abitudini della società per cui diminuiscono sempre più i momenti all’aria aperta ed alla luce del sole in favore di quelli in luoghi chiusi (casa, ufficio, auto, negozi). Anche durante l’esposizione al sole ci si protegge con filtri solari sempre più alti, impedendo così la naturale sintesi cutanea della vitamina. Per ottenere un’adeguata sintesi della vitamina D nella pelle, bisognerebbe esporsi al sole ogni giorno per almeno 20 minuti con braccia, gambe e tronco scoperti. Fattori quali l’età, i livelli di grasso corporeo, l’utilizzo di indumenti o creme solari, la presenza di patologie autoimmuni, la carnagione, la latitudine, influenzano il processo di formazione della vitamina nel nostro organismo.

La carenza di tale vitamina può essere misurata attraverso il dosaggio dei livelli nel sangue. I livelli ottimali di vitamina D si aggirano tra i 50 ed i 100 ng/ml; valori al di sotto di 20 ng/ml sono associati a carenza mentre valori al di sopra di 100 ng/ml determinano tossicità (ipercalcemia). E’ importante dunque affidarsi ad un medico che valuti attentamente un’eventuale integrazione della vitamina, in quanto sia la carenza che l’eccesso possono essere dannosi. In ogni caso è bene utilizzare la nostra migliore arma per mantenerci in salute: la prevenzione; dunque è buona abitudine camminare quotidianamente all’aria aperta esponendosi alla luce solare e soprattutto insegnare ai bambini a fare attività all’aperto, preservando così il benessere psicofisico degli adulti di domani.

a cura della dssa Gabriella Siciliano

Approfondimenti:

  • Hilger J, et al. A systematic review of vitamin D status in populations worldwide Br J Nutr. 2014 Jan 14;111(1):23-45
  • Anglin RE, et al. Vitamin D deficiency and depression in adults: systematic review and meta-analysis. Br J Psychiatry. 2013 Feb;202:100-7.

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