Il nostro intestino è popolato da più di 500 specie diverse di microrganismi, i quali, come numero, superano addirittura quello delle cellule del nostro corpo. Studi sempre più numerosi hanno dimostrato che il microbiota, ossia l’insieme delle popolazioni microbiche che colonizzano il nostro tratto digerente, ha un ruolo importantissimo per la nostra salute, svolgendo svariate funzioni che favoriscono il mantenimento del benessere psico-fisico di ciascuno.
Tra queste ricordiamo:
favorire la digestione e l’assimilazione di sostanze nutritive; contribuire a regolarizzare colesterolo e trigliceridi nel sangue; sintetizzare alcune vitamine e sostanze che aumentano le difese dai microrganismi patogeni; diminuire l’infiammazione proteggendo le pareti intestinali; avere un’azione antitumorale e di modulazione dei meccanismi di difesa del nostro sistema immunitario.
Il microbiota si insedia a partire dalla nascita, nei primi 4-36 mesi di vita, in seguito al contatto coi genitori e con l’ambiente esterno e contemporaneamente allo sviluppo di un sistema immunologico intestinale. Sebbene siano stati identificati tre diversi enterotipi umani in base alla prevalenza di alcuni generi di microrganismi, la composizione delle singole specie microbiche varia da individuo ad individuo, poiché dipende dall’ambiente in cui viviamo, da ciò che mangiamo e tocchiamo, tanto che si parla di una sorta di impronta biologica che dipende sia da fattori genetici che ambientali.
Cattiva alimentazione, farmaci quali antibiotici, situazioni patologiche quali infezioni, sono alcune delle cause che possono modificare la composizione del microbiota, causando disbiosi, ossia un’alterazione della popolazione batterica buona (come i Lactobacilli ed i Bifidobatteri). In questi casi, batteri patogeni possono prendere il sopravvento, proliferando in modo anomalo e producendo sostanze nocive per il nostro organismo. La disbiosi può provocare disturbi intestinali quali gonfiore, meteorismo, colite, diarrea, stipsi.
Le conseguenze possono essere aumento della permeabilità intestinale, intolleranze, infiammazione, disfunzioni metaboliche come l’obesità e perfino aumento del rischio di cancro. Studi recenti hanno valutato l’ipotesi che i batteri intestinali possano partecipare alla regolazione dell’appetito agendo sul rilascio degli ormoni della sazietà. Inoltre influenzano la scelta di determinati cibi rispetto ad altri, attraverso modifiche dell’espressione di alcuni recettori del gusto.
Anche il cibo può influenzare la presenza di alcuni ceppi di batteri rispetto ad altri: una dieta troppo ricca in grassi provoca un’alterazione della flora batterica intestinale con riduzione dei Bifidobatteri e produzione di molecole infiammatorie da parte dei batteri intestinali. Il risultato è un aumento del livello di infiammazione generale che è associato all’insorgenza di numerose patologie come l’obesità. Invece, con una dieta ricca di fibre (almeno 20 g di fibre al giorno) si favorisce la crescita di ceppi batterici buoni e contemporaneamente la diminuzione dello stato infiammatorio.
Dunque, sembrerebbe che il microbiota agisca sul comportamento alimentare dell’organismo che lo ospita, come sulla voglia spasmodica di alcuni cibi, o su stati d’animo quali ansia, depressione, malinconia, che migliorerebbero in seguito ad assunzione di specifici probiotici (microrganismi vivi benefici contenuti naturalmente in alimenti come il kefir). Negli ultimi anni, la ricerca ha osservato una correlazione tra le alterazioni di questo complesso ecosistema e l’aumento di peso e lo sviluppo dell’obesità.
Un recente studio ha indagato gli effetti di un farmaco antipsicotico comunemente utilizzato (risperidone) che causa significativi aumenti di peso, mostrando come questo incremento sia associato a un’alterazione della flora batterica con proliferazione di batteri già noti per essere più abbondanti in soggetti obesi, rispetto ai magri.
Data la grande importanza, in parte ancora sconosciuta, che il microbiota riveste per il nostro benessere, è fondamentale che tale preziosa risorsa si formi adeguatamente nei bambini (a partire dall’assunzione di latte materno) e venga preservata negli adulti con una corretta alimentazione ed un sano stile di vita. Allora, come nutrire i batteri intestinali amici della salute? Con un’alimentazione ricca di probiotici e prebiotici, di cui parleremo nel prossimo articolo.
a cura di Gabriella Siciliano
Approfondimenti:
Science Daily – Altered microbiome burns fewer calories – Study links changes in gut bacteria to lower resting metabolic rate, weight gain in mice – December 14, 2015 University of Iowa Health Care
Bahr SM, et al – Risperidone-induced weight gain is mediated through shifts in the gut microbiome and suppression of energy expenditure – EBioMedicine, 2015 November; 2 (11)