Castagna forza 3: dà vigore, aiuta l’intestino, è priva di glutine

Autunno e castagne: un binomio quasi inscindibile, di colori e di sapori, con il frutto “atipico” (e vedremo perché) che la fa da padrone sulle tavole italiane in questo periodo dell’anno. Il frutto (castanea sativa), derivante dall’albero di castagno, ha origine nelle zone a clima temperato di Asia, Europa, Americhe. Conosciuta già nell’antica Grecia, la castagna ha rappresentato per lungo tempo una delle principali fonti di alimentazione per gli abitanti di regioni montuose, soprattutto in periodi di carestie, non a caso è stata definita il “pane dei poveri” ed il castagno “l’albero del pane”, poiché molto simile al riso ed al frumento dal punto di vista nutrizionale.

La raccolta avviene nel mese di Ottobre, quando l’infiorescenza spinosa che le contiene (riccio) proteggendo il frutto dalle aggressioni degli insetti, si apre spontaneamente. Fresche, secche o ridotte in farina, le castagne si prestano ad infinite preparazioni culinarie.

La castagna si differenzia dal marrone per la crescita in ambiente selvatico, oltre che per il numero di frutti nel riccio (da 1 a 3 per il marrone e da 1 a 7 per la castagna), le dimensioni più grosse, il colore più chiaro; la buccia, invece, è più facilmente asportabile nel marrone. In Italia esistono molte varietà con marchio IGP (indicazione geografica protetta) tra cui, in Campania, la castagna di Montella, registrata nel 1996, ed il Marrone di Roccadaspide (2008), e con marchio DOP (denominazione di origine protetta) come quella di Serino, in fase di valutazione dal Ministero.

Dal punto di vista nutrizionale, la castagna si definisce frutto atipico perché è principalmente ricca di amidi come i cereali e non di zuccheri semplici (fruttosio) come la frutta. Inoltre tale frutto possiede una bassa percentuale di grassi, discrete quantità di proteine, vitamine (B1, B2, C e PP) e sali minerali quali potassio in misura preponderante, fosforo, magnesio, calcio, ferro, zolfo. Ha un potere calorico piuttosto alto, pertanto è da consumare con moderazione in caso di regime dietetico (castagne arrostite 193 kcal/100 gr, secche 287 kcal, bollite 120 kcal).

Per chi non può farne a meno, niente paura: essendo ricche di amido, le castagne rappresentano una valida alternativa ai cereali, dunque non è necessario eliminarle dalla propria alimentazione, basta rinunciare o ridurre la porzione di pane o pasta presenti nel pasto. Per le sue proprietà rimineralizzanti, sono utili in caso di stanchezza cronica o per sportivi. Inoltre, grazie all’elevato contenuto in fibre solubili ed insolubili, le castagne rappresentano un valido aiuto contro la stipsi favorendo il transito intestinale.

Rispetto alla frutta a polpa, le castagne sono classificate dal punto di vista merceologico tra la frutta secca, nonostante il basso contenuto di lipidi e la facile deperibilità (e dunque difficoltà di conservazione) una volta raccolte. Durante la cottura, buona parte dell’amido si riduce in zuccheri semplici, conferendo alle castagne il tipico sapore dolciastro e rendendole controindicate a chi soffre di diabete. Tuttavia, essendo prive di glutine, le castagne, soprattutto sotto forma di farina in varie preparazioni culinarie, possono essere consumate dai celiaci.

a cura della dssa Gabriella Siciliano

Approfondimenti:

Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione – Tabelle di composizione degli alimenti

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